Sinusoide REDO

E' un fatto: l'andamento di REDO è al momento sinusoidale: alcune volte sembra impennarsi, altre invece sembra scemare.Non so a voi ma a me un po' disorienta però al contempo mi fa riflettere..

In realtà,il punto è che la FASE1 si presenta un po' più complessa del prevedibile (e questo ci sta tutto..). Poco a poco comincia ad emergere anche un aspetto che personalmente subdoravo ma di cui ho avuto recente conferma e a questo proposito vi  trasferisco un aneddoto raccontatomi alcuni giorni fa da un amico – anzi – sebbene suoni vetusto – un compagno (parola usata ed abusata ma che per me ha un valore e un significato non demandabile a nessuna altra parola da me conosciuta).

L'aneddoto, nella sua scarna e minimale struttura, è che fino a poco tempo fa c'era una signora – coinvolta in un progetto di salvaguardia della memoria – che raccontava ai visitatori la sua esperienza di attiva partecipante al movimento di occupazione delle terre. La signora raccontava la sua storia, le lotte cui aveva partecipato e il clima di quegli anni.

Poi, un giorno, decise di non volere raccontare più. Maturò questa decisione con rabbia, con rabbia si chiese a che serviva tutto questo raccontare se le sue storie restavano solo parole "cuntate", se le sue storie non le garantivano nemmeno di trovare, nel momento in cui ne aveva avuto bisogno,  il conforto e l'ausilio di qualcuno/a dei tanti che la avevano ascoltata.
" Insomma",diceva, "dei tanti "compagni" che sono passati di qui nessuno ha potuto dedicarmi qualche momento quando io ne ho avuto bisogno".

Quella signora ha smesso di raccontare..non ha creduto più che ricordare fosse uno strumento..ha visto che le sue parole, i ricordi di tempi duri quanto intensi si smaterializzavano in suoni confusi tra i tanti

 

Questo è sicuramente un aspetto con cui REDO deve fare i conti: la salvaguardia dell'integrità delle storie non può prescindere dalla loro veicolazione, non può prescindere dal garantire che il "bene immateriale" della memoria sia trattato per l'appunto da bene, "bene collettivo".

Certo, REDO dovrà anche fare i conti con una comprensibile diffidenza. Volente e nolente, la nostra proposta porta sulle spalle il non indifferente peso delle parole sprecate, delle orecchie da mercante, di un lento scollamento tra la memoria, i bisogni collettivi e la gestione della cosa pubblica che nella nostra terra è divenuta sempre più "cosa" e sempre meno "pubblica"

In questo, chi fa REDO deve crederci perchè – sono certo – sarà indispensabile fare capire ai/alle nostri/e interlocutori/trici che REDO non è una folata di vento che passa e si trascina pezzi di vita.
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"a voi tutti dico: rifate come ho fatto io la storia della vostra famiglia,
 e vedrete che dicono tutte la stessa cosa"
 Alcide Cervi, un giorno del 1954
 

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